Spaghetti alle vongole

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(Montalbano) Ingoiò il boccone e davanti al tavolo si materializzò Mimì Augello. “Assèttati”. Mimi Augello s’assittò. “Mangerei anch’io” disse. “Fai quello che vuoi. Ma non parlare, te lo dico come un fratello e nel tuo stesso interesse, non parlare per nessuna ragione al mondo. Se m’interrompi mentre sto mangiando questo nasello, sono capace di scannarti”. ” Mi porti spaghetti alle vongole” fece, per niente scantato, Mimi a Calogero che stava passando. “In bianco o col sugo?”. “In bianco”. In attesa, Augello s’impadronì del giornale del commissario e si mise a leggere. Gli spaghetti arrivarono quando per fortuna Montalbano aveva finito il nasello, perché Mimi cosparse abbondantemente il suo piatto di parmigiano. Gesù! Persino una jena ch’è una jena e si nutre di carogne avrebbe dato di stomaco all’idea di un piatto di pasta alle vongole col parmigiano sopra! (da “Il ladro di merendine”, Sellerio, 1996)

Il brano citato pare sia tratto da un episodio realmente accaduto allo scrittore Andrea Camilleri che da più di vent’anni scrive in un evocativo dialetto siciliano del commissario Salvo Montalbano, della sua terra nonché del suo rapporto  con il cibo. Un rapporto appunto che fa affiorare animalità alla sua vista: gli si “smorca un pititto lupigno” che  gli fa fare “un nitrito di pura felicità” o “un ululato lupigno di filicità”. A tavola poi ci vuole silenzio per gustare gli “sciàuri” del piatto e guai a parlare di indagini.

Inutile dire che divoro questi romanzi dove Camilleri ha creato un personaggio complesso che mangia, fa il bagno, legge, lavora instancabilmente ma odia l’orario d’ufficio e non sopporta le gerarchie. Adoro di Salvo la sua idea di libertà pur restando un tutore dell’ordine integerrimo. Mi piace questa Sicilia dove la mafia non è, pur esistente, mai protagonista assoluta; dove i tramonti sul mare portano il commissario a farsi lunghe nuotate nel silenzio azzurro e cristallino delle onde. Lo stesso silenzio che a tavola mi fa percepire i profumi delle pietanze preparate dalla sua cameriera Adelina, o da Calogero ed Enzo, i due ristoratori che negli anni si sono succeduti. E per finire adoro pensare che prima o poi, a fronte di un pasto luculliano, mi farò una “passiata a ripa di mare, lenta, un pede leva e l’altro metti” e chissà che non incontri anch’io il commissario Montalbano in persona.

Per la GN del commissario Montalbano  del Calendario del Cibo Italiano ecco gli spaghetti alle vongole, sono stati preparati insieme a mio marito e gustati in abbinamento ad un fresco vino bianco siciliano: l’Inzolia, vitigno tra i più antichi diffuso anche in altre regioni italiane con il nome di Ansonica. (Abbinamenti di-Vini)

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500 gr di vongole
400 gr di spaghetti
2 spicchi d’aglio
1/2 bicchiere di vino bianco Inzolia
prezzemolo
sale
peperoncino
olio Evo
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Mettere in acqua e sale per due ore le vongole e riporle in frigo, in questo modo rilasceranno le impurità. Successivamente batterle una alla volta su un ripiano, se ne sentite una produrre un rumore sordo apritela potrebbe contenere sabbia e rovinare tutta la preparazione. A me è successo una volta e non è piacevole.

In un tegame soffriggere l’aglio nell’olio, versare le vongole e sfumare con il vino bianco, aggiungere il peperoncino e cuocere a fiamma medio-alta fino a quando non si aprono le valve che rilasceranno il loro liquido. Questa operazione va fatta in pochi minuti, se cotte troppo le vongole diventano gommose.

Tenere da parte le vongole e filtrare il sugo per eliminare gli ultimi eventuali residui sabbiosi, rimettere il tutto nel tegame.

Ne frattempo lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli molto al dente e versarli nel tegame con le vongole; rimestare a fiamma media, se necessario aggiungere poca acqua di cottura della pasta, rifinire con prezzemolo tritato.

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Ancora una cosa, tanti cari auguri di buon compleanno ad Andrea Camilleri con un omaggio dal mondo dei fumetti:

Tobalbano
Topolino che mangia, ops, indaga con Topalbano 😀

14 pensieri riguardo “Spaghetti alle vongole

  1. Incredibile ma vero, ho scoperto il Commissario Montalbano grazie a questa Giornata Nazionale: avevo letto anni fa un libro di Camilleri slegato a questa fortunata serie, e non mi era piaciuto. Nemmeno i film con Zingaretti sono mai riuscita a guardare fino alla fine, l’azione è troppo lenta per me. 🙂
    Invece, grazie al lavoro svolto insieme quest’estate per preparare questa giornata, ho letteralmente scoperto Montalbano e me ne sono perdutamente innamorata.
    I piatti evocati nelle pagine dei suoi libri sono quelli della mia infanzia (e di tutto il resto della vita, a dire il vero) e comincio a sbavare solo a leggerne il nome…

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  2. Che bella la tua introduzione al piatto, mi sono immaginata il mare con con quei suoi colori al tramonto e tu mentre cammini con lui. Complimenti per gli spaghetti che devono essere buonissimi. Per me che cucino sempre in solitaria lo sono ancora di più perchè li avete preparati insieme te e tuo marito! Grazie mille

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  3. Hai descritto cosi bene la figura del Commissario, partendo oltretutto da uno dei suoi romanzi più belli, almeno per me, che credo che tu abbia incuriosito chi ancora non conosca questo personaggio. Posto che esista, sia chiaro. E solo Mimì poteva condire gli spaghetti alle vongole col Parmigiano 🙂

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